domenica 3 novembre 2019


Dedica






A te che mi hai lasciata sempre libera come l'aria
ma seguivi in silenzio tutti i miei passi,
che discretamente mi hai sempre osservato, compreso, consigliato e spronato.

A te a cui piaceva condividere le gioie e non rivelavi le pene,
che mi hai dato l'educazione migliore, quella dell'esempio.

A te che hai sempre risposto con equità e saggezza 
alle mie domande sul bene e sul male,
che mi hai mostrato il confine tra coraggio e incoscienza, tra fierezza e superbia.

A te che senza invadenza, con naturale autorevolezza,
mi hai indicato la via dell'onestà, della rettitudine,
della trasparenza e della lealtà.

A te a cui premeva che io imparassi a vedere l'abisso tra il dire e il fare,
che con amore hai seminato nel mio cuore i semi della speranza e dell'ottimismo.

A te che mi hai trasmesso l'amore per la bellezza di tutte le arti dell'umano,
che mi hai spiegato che la dignità non si può insegnare e neppure barattare.

A te che mi hai insegnato ad avere compassione per la debolezza umana,
che mi hai svelato che la nobiltà vera è solo quella invisibile dell'anima.

A te che mi hai dato fiducia perché imparassi ad essere responsabile,
che nei momenti difficili hai saputo leggere i miei silenzi.

A te che mi dicevi che 'il fare' è il più delle volte meglio del 'non fare',
che mi hai dimostrato che la paura e l'ignoranza sono le uniche cose di cui aver paura.

A te che hai instillato in me, senza saperlo, il rispetto per la Vita in tutte le sue forme, 
e quello per tutte le forme con le quali gli esseri umani hanno immaginato Dio.

A te che tutti mi invidiavano come padre perché mi aiutavi 
a liberare la mente invece di tentare di imbrigliarla.

A te che con infinita modestia sei stato l'unico vero maestro tra i tanti,
sei e sarai ancora, la guida della mia vita.

A te che negli ultimi anni mi hai chiesto scusa per i tuoi errori,
che sei tornato a Casa in una bella e ventosa giornata ormai lontana.

A te che sento più vicino che mai anche se tra noi vi è l'immenso Cielo,
dedico questo libro.

Tua figlia, Isabella


(Tratto da Cercando la Via - Storia di un uomo luminoso, Isabella Bresci)


martedì 10 settembre 2019

RICORDO INDIANO - AGOSTO 1987 
5° parte - Pushkar





Dopo due ore sul bus è finita l'acqua in borraccia e ovviamente c'è bisogno di andare in bagno. Manca ancora un'ora o forse più. Normalmente i conduttori si fermano spesso dove ci sono dei baracchini che vendono chai e cibo ma questo sembra non averne alcuna intenzione. Mi appropinquo e chiedo gentilmente quanto dista la prossima fermata. Risponde che vuole arrivare a Pushkar. Punto.
Gli faccio notare che sono due ore che viaggiamo, che ci sono a bordo dei bambini piccoli e che per il caldo tutti bevono molto. Lui fa orecchie da mercante e tace. Torno al mio posto. Dopo venti minuti la cosa diventa veramente urgente quindi torno dal conduttore. Ribadisco la necessità di una fermata. Lui dice no e allora con candore gli dico che se non si ferma gliela faccio sul bus, proprio in mezzo al corridoio!
Inchioda e appena apre le porte tutti, nessuno escuso, si precipitano a fare pipì da qualche parte. Indiani... pusillanimi o stoici? Entrambe le cose, direi.

A Pushkar* ci sistemiamo al Pushkar Hotel, un po' defilato dal paese. Si raggiunge con una strada di terra battuta lungo il lago. Sembra più pulito e comodo nonostante il prezzo basso. C'è anche un bel giardino con sdraio e tavolini davanti all'acqua.
Il tramonto è bellissimo e l'atmosfera rilassata.
Il giorno dopo Massimo accusa i sintomi della faringite. Per combattere il caldo aveva preso l'abitudine di sdraiarsi, bagnato dopo la doccia, sotto le pale del ventilatore che anche se girano lente, raffreddano troppo. I miei consigli sul fare come gli indiani dormendo avvolto nel lenzuolo che asciuga il sudore, non sono stati mai ascoltati, risultato: due giorni chiuso in camera con febbre e mal di gola.



Comincio a girovagare da sola per nulla dispiaciuta. Le donne chiacchierano alla fonte poi se ne vanno con le brocche sulla testa. Ancestrali usanze, le stesse al paese di mio padre, in Calabria, a migliaia di chilometri di distanza... 
Mi avvicino al tempio al quale si accede tramite una strada in salita, sui gradini vedo alcuni cani randagi e malconci che dormono incuranti dei passanti. Al tempio mi tolgo le infradito e cammino sul fresco pavimento a scacchiera, noto che la gente lo usa come luogo di incontro. Un gruppo di donne prepara ghirlande di fiori, qualcuno brucia incenso, è un luogo aperto, pulito e piacevole.

                                                                  


 


Cerco dei limoni per Massimo per fare spremute ma trovo solo limoni piccolissimi, ce ne vogliono almeno tre o quattro per una limonata. La sera sta un po' meglio e rimaniamo seduti fuori ad aspettare la sera. Notiamo grossi uccelli neri che volano scomposti senza capire di che razza si tratti. Il giorno seguente l'arcano viene svelato: in terra noto un pipistrello di dimensioni assurde per le nostre latitudini, probabilmente è morto toccando i fili dell'alta tensione.

Inizio il secondo giro per il paese e mi fermo a fare colazione con un buon lassi alla banana. Proseguo riempiendomi gli occhi di colore nei negozi di stoffe, inimmaginabili per noi occidentali... così belli che vorrei comprare un sari per ogni colore. Decido di farmi confezionare un corpetto e dei pantaloni da uno dei sarti che lavorano in strada. Non so proprio che colore scegliere, poi decido per il verde acqua. In qualche modo ci capiamo, lui prende le misure e mi dice di andare a ritirare il giorno seguente. Sulla parola, neanche mi chiede un acconto. Trovo tutto questo di una ricchezza inestimabile. Una cosa simile in Italia, quanto tempo fa sarà successo? 

Per la prima volta da quando sono in India, comincio a sentire nascere dentro una sensazione di benessere profondo, di libertà e di armonia impagabili. Sono qua, in giro da sola, non avverto minacce, tutti sono gentili e sorridenti, mi sembra impossibile, e invece è vero! 
Mi fermo a parlare con un ragazzo di una bottega di incenso e altre cose. Nel pomeriggio il caldo si fa insopportabile, sicuramente ci risiamo con i 45 gradi, ho appena mangiato e sogno un po' di fresco per riposare. In effetti in giro c'è rimasta poca gente, è l'ora della siesta. Ne parlo al ragazzo della bottega e lui mi invita all'interno dove c'è il ventilatore e mi offre tè fresco. Molte delle botteghe sulla strada non sono veri e propri negozi ma piccolissimi spazi dove il venditore sta accovacciato su cuscini con vicino un fornellino e dietro altri cuscini per dormire, ecc... Lì si svolge la loro vita di giorno. Mi accovaccio anch'io sui cuscini morbidi, osservo i libri e i quaderni su uno scaffale basso e comincio a leggerne uno. Poco dopo la stanchezza prende il sopravvento. Mi abbandono ad un sonno profondo e ristoratore senza alcun timore. Dormo parecchio e quando mi sveglio chiacchieriamo ancora molto e ben presto si fanno le otto. Deve chiudere la bottega e io tornare in hotel. Comincia ad imbrunire. Mi incammino per la stradina solitaria che porta all'hotel sul lago ma dopo pochi passi comincio a notare i cani. Li avevo sempre visti sonnecchiare inoffensivi, la sera invece si aggirano in branco con aria molto minacciosa.

Ricordo i racconti e gli avvertimenti di un amico a riguardo quindi torno sui miei passi quasi di corsa. Spiego al ragazzo che ho paura, mi dice no problem! mentre prende un lungo bastone e ci incamminiamo verso l'hotel. I cani si tengono lontani e arriviamo senza problemi. Al momento di salutarci mi chiede un bacino sulla guancia per il servizio di scorta... Glielo dò volentieri e lo ringrazio di cuore per l'accoglienza e la gentilezza. 



             

* È considerata una delle città più antiche dell’India ma la data della sua edificazione è tutt’oggi sconosciuta. Molte leggende ruotano attorno alle origini della città. La più famosa narra che la città di Pushkar è nata dopo una battaglia tra il dio Brahma e un demone di nome Vajra Nabh. Brahma nella religione induista simboleggia la nascita ed è considerato come il creatore del mondo. Dopo aver ucciso il demone con la sua arma, un fiore di loto, alcuni petali caddero a terra e formarono il lago che oggi lambisce Pushkar. Secondo altre versioni non sarebbero stati i petali ma le lacrime di Brahma a dare origine al lago (esso misura 22 km quadrati).

CONTINUA CON LA 6° PARTE:

mercoledì 4 settembre 2019

RICORDO INDIANO - AGOSTO 1987 
4° parte - Jaipur





Ancora Jaipur, ancora botteghe, tanto argento, tanta seta, tanta musica e festa.
Capitiamo proprio nel ben mezzo di una di queste feste popolari rumorosissime, con musica squinternata senza armonia, fatta di trombe e tamburi che trapanano i timpani.
Tutti entrano in uno spiazzo delimitato da un muro, non capisco in cosa consista il festeggiamento e cerco di non perdere la mano di Massimo nella calca. Per un attimo, e forse per l'unica volta in questo viaggio, avverto paura. Ci sono pochissime donne qui, lo noto troppo tardi. 
Di colpo mi rendo conto che sono un numero, un corpo minuscolo nella folla, che qui non mi conosce nessuno, lontana 7000 chilometri da casa. Qui sembra che la vita valga di meno, anzi pochissimo, a volte niente. Un miliardo di persone, la maggior parte in miseria. Sono bianca e occidentale, forse mi distinguo. Questo pensiero prima mi rassicura, poi mi disgusta. Nonostante Massimo stringa con forza la mia mano, sento altre mille mani toccarmi. Nessun indiano mi avrebbe mai messo le mani addosso in pubblico o avrebbe mai cercato di rubare tranne che in situazioni come questa, nella calca, di nascosto (Purtroppo in India dagli anni 2000 ma sopratutto dal 2012 gli stupri su donne e minorenni sono aumentati del 60% e spesso sono puniti solo con pene pecuniarie).

Capiamo poco della festa e quindi ce ne torniamo sui nostri passi.
Ad un certo punto la mia attenzione è catturata da un gruppo di bambine che giocano a dadi per terra, su una scalinata. Guardando meglio noto che una di loro ha le gambe rattrappite. Si sposta aiutandosi con le braccia. Sarà forse una di quelle sfortunate, sciancate appena nate, per fare pietà, per chiedere l'elemosina? Ad un certo punto se ne vanno scendendo di corsa i gradini. La bimba handicappata grida qualcosa alzando una mano. Non può seguirle... non tornano indietro. Fa un gesto con le spalle, si gira e torna a giocare coi dadi. Un tonfo al cuore... Mi sento impotente testimone. Un abisso tra noi e loro.

La sera programmiamo il prossimo spostamento. Dobbiamo cambiare i nostri Travelers Cheques, chiediamo info per la banca più vicina ma invece ci danno appuntamento sul tetto della casa vicina... Anche questo dovevo vedere! Il cambio in nero è favorevole e Massimo si fida. Io sono un po' inquieta e assisto in silenzio. Qualche scambio di chillum* e la trattativa si conclude... Una strana sensazione mi pervade, un misto di eccitazione da trasgressione, l'avventura di salire su quel tetto come fosse la cosa più normale del mondo. Incredibile India...



Ultimo giorno a Jaipur. Andremo a Pushkar, finalmente. Siamo stremati dal caldo e decidiamo di darci una tregua. Per una volta evitiamo le poverissime locande prive di tutto per regalarci un giorno e una notte al Rambagh Palace. Prendiamo il risciò-bici e dopo parecchia strada, arriviamo nei pressi di un grande parco. Il risciò-man giustamente ci chiede parecchio vista la corsa e la destinazione. 
Entriamo direttamente in una favola da Mille e una notte... il personale è elegantissimo, tutti in bianco e turbante arancione a coda lunga. Ci accompagnano alla suite n. 337, quella che usava Lord Mountbatten,** praticamente un appartamento con due letti a due piazze, moquette, scrivanie, armadi, bagno enorme. Uso delle piscine interna ed esterna incluso. Facendo un rapido calcolo il costo è l'equivalente di 30.000 lire, una fortuna per un indiano.
La sera è un sogno ad occhi aperti. Passeggiamo per l'enorme giardino alla luce delle torce, la luna è piena, i pavoni fanno la ruota, lucciole...

Questa terra di contraddizioni estreme manda all'aria tutti i miei parametri, le poche idee che mi sono fatta della vita. Qui tutto viene messo in discussione e rivisto sotto un'altra luce. Cerco di non pensare troppo e cerco di godermi questi doni lussuosi bagno in piscina, aperitivo nel giardino tra i pavoni e cena con musica... Facciamo l'errore immane di ordinare la pastasciutta, per nostalgia, per cambiare, ingenuamente fiduciosi... La cortesia però è talmente disarmante che evitiamo di avanzare il cibo. 

Mattino presto, siamo pronti. 
Il bus per Pushkar ci attende. La polvere del deserto penetra ovunque. Mi avvolgo in una sciarpa la testa e con un fazzolettino di carta faccio dei rudimentali tappi per le orecchie per attutire la solita musica assordante. Tre ore di sofferenza e poi potremo ringraziare Brahma al suo tempio, l'unico a lui dedicato in tutta l'India.






Progenitore della pipa, in particolare fra le popolazioni himalayane fra le prime a coltivare la canapa da cui ricavano, secondo la loro lingua, la charas (la particolare varietà di hashish autoctona locale).

** Lord Louis Mountbatten 1900-1979. È noto per essere stato l'ultimo viceré dell'impero anglo-indiano e il primo governatore generale dell'India indipendente. Dal 1954 al 1959 fu capo di stato maggiore della Marina britannica.

CONTINUA CON LA 5° PARTE:

mercoledì 28 agosto 2019

RICORDO INDIANO - AGOSTO 1987 
3° parte - Galta Temple, Jaipur




La sera, prima di cena, mi ritrovo in camera. Anche Massimo rientra, si va a mangiare in silenzio monacale. Si torna in camera accaldati e stanchi sempre in silenzio per evitare qualsiasi interazione. Massimo si addormenta subito. A me manca l'aria quindi esco di nuovo. Non molto lontano c'è una piazza con una grande fontana. Mi siedo sul bordo e mi sorprendo a piangere senza accorgermene. In breve intorno a me si crea un capannello di ragazzi che mi guardano incuriositi. Mi alzo subito in piedi e uno di loro mi chiede in inglese What's the matter, lady? What happened? Io sorrido, ringrazio, minimizzo, spiego che ho litigato con il mio ragazzo e loro commentano But you are so nice, you will find another boyfriend! (=Ma sei così bella, ne troverai un'altro). Rido e penso che ha ragione e che è stupido disperarsi, che le parole di questo sconosciuto ragazzo indiano, sono sagge. Mi sento protetta. Lentamente mi incammino verso il piccolo albergo. Il mio sguardo su Jaipur è cambiato.

Il giorno dopo visitiamo insieme la zona della città dove ci sono i tagliatori di pietre preziose, soprattutto smeraldi. Un incredibile dedalo di stradine dove le botteghe dei mercanti di pietre si susseguono. Le mani ormai verdi dei poveri tagliatori chini sui banchi di lavoro... la vista di quei poveretti mi fa passare l'entusiasmo, Massimo insiste per entrare in una bottega.
Il giovane commerciante ci srotola davanti un velluto nero e poi, con abile gesto, ci fa cadere sopra una cascata di stelle multicolori... Qualsiasi remora svanisce, almeno momentaneamente, davanti alla bellezza assoluta di quelle gocce di luce e questo la dice lunga sul potere della materia... Gli occhi neri del venditore brillano come le sue pietre. Sfoggia un sorriso a 42 denti di avorio immacolato mentre ci illustra la merce. Acquisto uno smeraldino da far montare su un anello e lui mi regala un acquamarina rosa. Come il suonatore di serpenti da poco fotografato in strada, il mercante di preziosi ci ammalia con le sue suadenti parole. Usciamo ancora sotto incantesimo ma ben presto ci rendiamo conto che molto probabilmente ha approfittato della nostra incompetenza... 

La guida Lonely Planet ci segnala il Galta Temple, il tempio delle scimmie dedicato al dio Hanuman*. Prendiamo l'immancabile risciò a motore e dopo dieci chilometri di polvere arriviamo. Scendiamo la scala e ci ritroviamo in mezzo a miriadi di macachi e bambini saltellanti. Le donne si lavano con noncuranza togliendo il corpetto sotto il sari, e rimanendo a seno nudo, rivolte alle pozze d'acqua. E' tutto un lavarsi, lavare i bambini, lavare i coloratissimi sari che poi asciugano semplicemente tenendoli con le mani, stesi alla brezza calda. Anche le scimmie si lavano. I pochi uomini sembrano più pudici e comunque non vi sono separazioni. Siamo in un luogo sacro, tutto è sacro quindi non vi è pudore né timore. 
Rimango estasiata da tanta naturalezza, siamo gli unici occidentali ma nessuno ci osserva mentre passiamo invisibili tra le persone rubando scatti di nascosto. Parliamo col guardiano dall'inglese stentato e chiediamo il permesso di immortalarlo in foto. Come tutti gli indiani con una funzione pubblica è molto orgoglioso e si mette sull'attenti. Tenerezza immensa. E' così fiero del suo lavoro... 


  


       



* Dedicato al Dio Sole e ad Hanuman, il dio scimmia, Galtaji fu eretto da Diwan Rao Kriparam, un cortigiano di Sawai Jai Singh II, il Maharaja che fece costruire Jaipur nel 1727. Attualmente è ancora ad accesso gratuito ma è diviso in tre zone per le abluzioni, uomini, donne e scimmie. Vi sono sorgenti sotterranee che mantengono l'acqua fresca e pulita. La tradizione vuole che le sue acque lavino via i peccati.




CONTINUA CON LA 4° PARTE: 

giovedì 8 agosto 2019

La mia luna


Nei Tarocchi, la carta “La Luna” suggerisce di stare attenti alle apparenze
e guardare meglio a ciò che luccica alla sua luce argentea e ingannevole.

Quella notte e quell'alba me le ricordo bene. Si sono impresse per sempre nella mia memoria di bambina di otto anni. L'odore dell'alba estiva, il silenzio rotto solo dallo sbatter d'ali di qualche uccello. Avanti e indietro dalla televisione al balcone al quinto piano da dove la vedevo...
lei, luminosa come sempre anche nella luce del primo mattino.

Una strana sensazione nel cuore, un misto di orgoglio per il genere umano ma anche una confusa percezione di violazione, inutilità, pericolo e vanagloria.
Prevalse il primo sentimento, la trepidazione per quegli omini coraggiosi che si erano spinti dove mai nessuno aveva osato, se non con la fantasia.
Col tempo (ma neanche troppo) ha prevalso la seconda sensazione che si è fatta via via meno confusa, più razionale.

L'uomo ha raggiunto questo traguardo con mezzi ancora incredibilmente primitivi rispetto alle attuali tecnologie, mirabile sforzo, enorme risultato!
Ma cosa abbiamo lasciato sulla Luna? Non una bandiera dell'umanità, un simbolo di pace, oppure del pianeta Terra e dell'umanità intera, ma la bandiera della nazione che aveva messo in atto quell'impresa ciclopica, il simbolo dell'orgoglio nazionale del Paese più rappresentativo dell'Occidente tronfio per le sue “conquiste”.

Quale evento ha cambiato la mia piccola vita negli ultimi 50 anni?
Per qualche anno ho vissuto nella pratica un sogno di convivenza pacifica, ho tentato di mettere in pratica i valori in cui ho sempre creduto. Non è stato semplice. Mille difficoltà pratiche e interpersonali hanno fatto affondare il progetto nella melma dello stallo. Ora quel progetto continua con obiettivi meno alti e lontani, più concreti, umili, partendo dalla Terra, la nostra Madre Terra che ci ospita e ci nutre ancora, nonostante tutto. Potrei forse tornare adesso ma la mia vita è ora altrove. E' tra piccoli umani che ascoltano ciò che io dico. Mi sono ritrovata a parlare di lei, la Luna, e mentre parlavo ho sentito un'onda emotiva che mi invadeva.
Riverberava in me il ricordo lontano di quella notte di 50 anni prima.
Ho capito che già allora la guardavo con amore e gratitudine.

(…) Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
San Francesco di Assisi, Cantico delle Creature


(Scritto e inviato a La Stampa - 50 anni dall'allunaggio del 1969)





mercoledì 24 luglio 2019

A cosa siamo disposti a rinuciare per salvare la nostra Madre Terra?




La sveglia è suonata da tempo, ma la maggior parte di noi dorme ancora profondamente e sogna il "suo" mondo, quello che lui/lei vorrebbe per sè, e che a volte immagina anche per gli altri.

Siamo nella fase in cui si è già spenta faticosamente la sveglia con la mano senza neanche aprire gli occhi. E' la terza o quarta volta che la sveglia suona ogni tot minuti/anni ma questa è l'ultima volta, poi tacerà per sempre. Ci si crogiola ancora un po' nel letto immersi nel torpore del sonno ma ormai è chiaro: bisogna alzarsi e "fare" qualcosa.

La prima piccolissima cosa da fare è un elenco di 10 cose. Dieci cose a cui siamo personalmente disposti a rinunciare per contribuire alla salvezza della nostra Madre, dalla più facile alla più difficile.  E' un piccolo sforzo di immaginazione da mettere in pratica prima possibile. 
Ma c'è un problema: ci sono cose che senza l'aiuto degli altri, non possimamo fare e ci sono cose a cui siamo disposti a rinunciare solo se obbligati dalla situazione globale.
Ho provato e le mie prime 5 rinunce sono facili e con un piccolo sforzo posso arrivare al 100%, le altre 5 molto più impegnative da realizzare per diversi motivi.

1. Bagnoschiuma (già sostituito col sapone) a breve shampoo e dentifricio senza plastica
2. Tinta capelli da erboristeria (già sostituita da mesi con hennè e altra erba colorante)
5. Aceto (sostituito all'ammorbidente da anni in lavatrice e come anticalcaree o per pulire casa) 
3. Consumo di carne (già realizzato al 99%, manca pochissimo)
4. Consumo di pesce (realizzato al 95%, manca poco)
5. Spesa verdura e frutta ai mercati rionali invece che 
    al comodo mini Carrefour sotto casa (ok all' 80%) 

6. Sostituire tutte le lampadine con quelle a basso consumo (da fare)
7. Uso dei mezzi invece che dell'auto per brevi tragitti (fatto al 50%) e per i lunghi (da fare) 
8. Consumo di banane (frutta esotica eliminata ma le banane le adoro!)
9. Ridurre l'uso dello smartphone mangia-energia 
    ed eventualmente tornare al Nokia piccolo che si ricarica ogni 3 giorni (appena si rompe)
10. Meno TV (già felicemente eliminata Mediaset ma molto difficile rinunciare a Rai3, 
      Rai5, Rai Storia anche se RaiRadio3 sostituirebbe degnamente molto, anche i libri)

A cosa non potrei proprio rinunciare in ordine dal più facile:

1. Internet
2. Libri nuovi (facile) dalla biblioteca (impossibile!!)
4. Riscaldamento a metano (dovrei vivere in campagna con una stufa Stube a 
    pallet e Putagè). Col freddo mi ammalo molto facilmente, anzi sarei già morta parecchie volte 
    se non ci fossero gli antibiotici.

Consiglio: rompere sempre le scatole col sorriso a 42 denti e molta cortesia a:

1. gestori bar e ristoranti che usano ancora cannucce di plastica e non hanno la differenziata
2. amici che usano ancora cotton-fioc
3. commercianti che non usano ancora sacchetti degradabili
4. fumatori che buttano ancora cicche in spiaggia in mancanza di leggi e multe
5. persone che lasciano scorrere l'acqua dei rubinetti 
6. persone che ancora acquistano acqua minerale in bottiglie di plastica 
    (esistono filtri all'avanguardia a poco prezzo)
7. amici che ancora non hanno acquistato la borraccia/termos per acqua
8. mangiatori compulsivi di carne (far notare i rischi per la salute umana e del pianeta)
9. fanatici di auto sportive e Suv che consumano troppo
10. amministrazioni publiche senza differenziata
11. gente che ancora usa macchinette per caffè con cialde non compostabili
12. amici single che riempiono carrelli di confezioni che poi buttano per metà


Suggerire, sempre col sorriso, alternative e soluzioni possibili come inviti alla clientela ai gestori bar, negozi, ecc...






venerdì 21 giugno 2019

Padre Nostro





Padre... il padre, il Cielo, lo Spirito, è colui che ci ha dato la vita insieme alla madre, la Terra, la materia

Nostro... non mio, nostro, il nostro genitore celeste 

che sei nei Cieli... i Cieli non sono il cielo ma l'insieme di cielo e terra, energia che tutto pervade, essenza di vita

Sia santificato il Tuo nome... il nome identifica un essere, e il nome del Padre è santo cioè sacro

Venga il Tuo regno... Venga il regno di Dio, il regno dentro di noi, in ogni cellula che vive di vita propria ma collegata a tutte le altre, anche lì è il Regno dei Cieli, nel microcosmo dei quark, e tra le infinite galassie. Il Tuo regno in realtà è già qui, è sempre stato qui, ci tiene in vita ogni giorno, si rinnova ogni giorno e ogni giorno si autodistrugge... eterna legge di Natura, danza di Shiva... ma "venga" il tuo, glorioso regno ogni giorno, anche nella nostra mente e nel nostro cuore, e si rinnovi nel mondo secondo la tua Luce.

Sia fatta la Tua volontà... unica volontà possibile, la Tua. La nostra infima piccola volontà potente nel microcosmo, insignificante di fronte all'immenso Creato

Come in Cielo così in Terra... sì, perchè tutto è connesso, solo noi umani fatichiamo a comprenderlo
 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano... il cibo per il corpo e quello per l'anima senza il quale nulla possiamo fare su questa Terra

E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori...  un impegno col Cielo

E non ci abbandonare nella tentazione...  la tentazione quotidiana del pensiero che deraglia, della parola di troppo, dell'azione non corretta

Ma liberaci dal male...  noi ci proviamo a liberarci dal male, ma il Male è molto forte e potente, abbiamo bisogno del Tuo aiuto e dell'aiuto di tutti tuoi angeli e messaggeri.

Così sia 


Lettera a Edo







Caro papi,



siamo arrivati al 2019 e sono undici anni che anche Gemma se n'è andata.

Il mondo che sognavi e per il quale hai sperato e lavorato è una chimera sempre più lontana. Nel decennio iniziato con la tua dipartita, gli speranzosi anni '90, sembrava vicino e possibile, ora il tuo sogno sembra allontanarsi come un miraggio man mano che ci addentriamo in questo terzo millennio.

Si lotta per non cedere allo sconforto per il clima generale di estrema superficialità, intolleranza e disumanità nel quale siamo immersi.


A livello personale non posso lamentarmi ma un esodo biblico è in corso dal continente dal quale la storia dell'umanità è iniziata. Cinquecento anni di depredazione cominciano ad avere i loro effetti... in molti lo chiamano Karma, molto più semplicemente, effetto di cause. Ma per vedere questo bisogna salire un po' più in alto sul grattacielo della coscienza, e non tutti, ahimè, lo sanno fare o hanno strumenti culturali per farlo.

Che sia questo l'inizio del mescolarsi di razze umane che qualcuno ha previsto per l'anno 3000?

La nostra Terra è ammalata ma non muore mica... sta solo cominciando a reagire alle nostre terribili offese. Per ora ha la febbre... il caldo aumenta.


Le “radici dell'odio” di cui parlavi, ancora non sono estirpate e anzi, sembrano invadere nuovi terreni. L'umanità continua ad aumentare di numero e le ricchezze del pianeta sono sempre di più nelle mani di pochi. La guerra come tu l'hai conosciuta non esiste più, ha cambiato completamente forma e nuove forme di oppressione e schiavitù opprimono i più deboli.


La tua speranza appare utopia di fronte alla mostruosità di eventi ai quali assistiamo dalle nostre case da dispositivi sempre più raffinati.


Intanto le nostre piccole esistenze scorrono come sempre tra le solite mille piccole e grandi difficoltà. Alcune notizie ci sovrastano e ci si sente impotenti se non per il pensiero, la preghiera e piccoli gesti di amore quotidiano.

Come al solito sono i giovani che potrebbero-dovrebbero agire e re-agire ma il tempo della “ribellione” pare sia finito per far posto al tempo del narcisismo.

Alcuni temerari ci provano e quasi sempre i risultati positivi passano inosservati come il crescere dell'erba, nel silenzio dei media.


Tu però mi avevi avvisato. Non era per me il tempo dell'arcobaleno... e forse neanche per i miei nipoti (se mai li avessi avuti). Con un rapido calcolo la tua sognata “Età dell'Acquario”, l'età della saggezza oltre la conoscenza, potrebbe iniziare a manifestarsi tra circa trecento anni... ma credo si sia già esaurita con la mercificazione di questa idea già da parecchio tempo.

La gente è distratta da evolutissime tecnologie che non avresti potuto immaginare e che ti avrebbero molto affascinato, ma il loro risvolto negativo è un subdolo supremo inganno, siamo tutti connessi e in comunicazione virtuale, ma mai così isolati. I cosiddetti “nativi digitali” si destreggiano abilmente con queste geniali trappole ma pochi riescono a usarle senza cadere nella dipendenza.


La differenza tra Deva* e Asura** è come sempre difficile da scorgere perché i travestimenti e le maschere sono sempre più ingannevoli quindi anche io proseguo il mio cammino fiduciosa ma guardinga perché già parecchie voltesono stata ingannata dai lupi mimetizzati da agnelli.
Fortunatamente ci sono ancora angeli di carne in giro per il pianeta.
Sono nel mondo ma non del mondo. Faticano parecchio ma non lo danno a vedere. 
Sollevano lo spirito con le loro parole, con semplicità e ironia. 
Sono un dono del Cielo.

Ciao papi, alla prossima...





* Il termine deva ("colui" o "ciò" che emana luce), origina dal sostantivo maschile sanscrito dív (nominativo dyaus; "brillare", "emettere luce", "splendore", "giorno", "cielo"; dív nel sanscrito più tardo acquisisce il genere 'femminile') e indica il dio, la divinità.



** È nel Śatapatha Brāhmaṇa (IX, 5,1, 12 e sgg., risalente a circa l'VIII secolo a.C.) che in ambito tardo vedico si trova una prima spiegazione della detronizzazione degli Asura a vantaggio dei Deva. Secondo questo testo ambedue le classi degli Dèi furono originati dallo stesso principio, Prajāpati, e dotati sia della parola vera che di quella falsa, ma se i Deva scelsero il "vero", gli Asura gli preferirono il "falso".
Questo sviluppo verso l'opposizione delle due classi di divinità (asura e deva) è comprensibile alla luce di una caratteristica posseduta dai soli asura rispetto ai deva: un particolare potere generato dalla loro misteriosa natura etica (vedi il ruolo di Varuna nel Ṛgveda). Con il tramonto del periodo vedico, la natura misteriosa degli asura si trasformò in "potere malefico" facendo decadere gli asura al rango di demòni.


lunedì 1 aprile 2019

L'abbazia del cuore



Ieri ancora l'Abbazia di Ranverso, sempre lei, il mio luogo del cuore.
Quando sono lì nel chiostro non vorrei mai andar via...

Una breve passeggiata sul tratto di Via Francigena che porta all'Abbazia... vediamo tanta immondizia nei fossati, piccole discariche.
Tristezza infinita. Oggi scrivo lettera documentata da foto al sindaco di Buttigliera.

Mi soffermo anche sulla bellezza immaginando i pellegrini stanchi che da lì cominciavano ad intravedere il campanile e sapevano di essere arrivati.
Ai bordi tantissime violette mammole dal profumo fortissimo.
L'acqua del torrente interrato chissà quando per fare la strada, scorre rumorosa e si dice che la falda doni al luogo un magnetismo particolare.

La stanchezza si scioglie, i malessere per il mal di gola si attenua.
Silenzio.... sono in un angolo nascosto del Paradiso e mi sento in pace.

Purtroppo non si può ancora accedere al giardino per alcuni restauri in corso.
Pazienza, mi accontento. Più in là tornerò ad appoggiare la schiena all'albero secolare.

Torno ad osservare gli stupendi affreschi ben conservati all'interno della piccola chiesa.
Ascolto gli uccelli e la poca acqua che scorre dal rivolo della fontana.
Un tempo c'era il pozzo, ora chiuso.

Osservo i gradini consumatissimi che portano al piano superiore dove si accede al coro in chiesa.
Ora il passaggio è chiuso. Penso a tutti quei monaci che per circa 10 secoli li hanno saliti...

Mi rimane il profumo delle violette raccolte da Gianni per me e che a casa abbiamo messo in una scodella. Appena in acqua si sono riprese e il loro intenso e raro profumo è ancora intatto stamattina.
Ineffabile dono della Madre Terra, nonostante tutto.

P.S. Sono ripassata in settembre 2019 e... sorpresa! Tutto sistemato credo grazie anche al gruppo che organizza visite e camminate e agli spettacoli che si sono svolti.