lunedì 20 luglio 2020

A bluebird in my heart

by Charles Bukowski






There's a blue bird in my heart that wants to get out but I'm too tough for him,
I say "stay in there and don't let anybody see you".

There's a blue bird in my heart that wants to get out but I pour whisky on him than inhale sigarette smoke
and the whores and the bartenders and the grocery clerks never know he's in there.

There's a blue bird in my heart that wants to get out but I'm too tough for him,
I say "stay down! Do you wanna mess me up? Do you wanna screw up the works? You wanna blow up my book sales in Europe?"

There's a blue bird in my heart that wants to get out but I'm too clever, I only let him out at night sometimes when everybody is asleep.

I say "I know you're there, so don't be sad" then I put him back but he's singing a little in there.
I haven't quite let him die and we sleep together like that with our secret pact that is nice enough to make a man weep. 

But I don't weep. 
Do you?

C'è un uccello blu nel mio cuore che vuole uscire ma io sono troppo tosto per lui,
Dico "Resta lì e non farti vedere da nessuno".
C'è un uccello blu nel mio cuore che vuole uscire ma io gli verso sopra del whisky e respiro fumo di sigaretta, e le puttane, i baristi e i commessi del supermercato non sanno che lui è lì.
C'è un uccello blu nel mio cuore che vuole uscire ma sono troppo duro per lui,
Dico "stai giù '! Vuoi farmi incasinare? Vuoi rovinare i miei lavori? Vuoi mandare a monte le vendite dei miei libri in Europa?"
C'è un uccello blu nel mio cuore che vuole uscire ma io sono troppo in gamba, lo faccio uscire solo di notte quando tutti dormono.
Dico "so che ci sei, quindi non essere triste", poi lo rimetto a posto ma lui canta un pochino lì dentro.
Non l'ho lasciato morire del tutto e dormiamo insieme così, con il nostro patto segreto, che è abbastanza bello da far piangere un uomo.
Ma io non piango.
E tu, piangi?

Sometimes
by Jay Holloway


"A volte siamo in rotta
di collisione e semplicemente non lo sappiamo.
Che si tratti di un incidente o di un progetto, non possiamo fare nulla al riguardo.
Lungo la strada ti imbatti in persone che fanno un'ammaccatura alla tua vita.
Alcune persone vengono colpite da un fulmine. Alcuni sono nati per sedersi vicino a un fiume.
Alcuni hanno un orecchio per la musica. Alcuni sono artisti. Alcuni nuotano nel Canale della Manica.
Alcuni conoscono la contabilità. Alcuni conoscono Shakespeare. Alcune sono madri. E alcune persone possono ballare.

Le nostre vite sono definite da opportunità, anche quelle che ci mancano.
Non è mai troppo tardi o, troppo presto per essere chiunque tu voglia essere.
Non c'è limite di tempo, fermati quando vuoi.
Puoi cambiare o rimanere lo stesso.
Possiamo fare il meglio o il peggio.
Puoi essere pazzo come un cane pazzo per come sono andate le cose.
Potresti imprecare, maledire i destini, ma quando si arriva alla fine,
devi lasciar andare e trovare il lato soleggiato della strada. "

venerdì 3 luglio 2020

È madre non solo chi è madre
Foto di Diana Bagnoli   
È madre chi sa fare spazio.
Chi si fa concava e convessa senza reticenza.
Chi pulisce lacrime a suon di bacini.
È madre chi sa aprire varchi, costruire ponti, inventarsi percorsi.
Chi sa scalare montagne a mani nude, posare un cucciolo, poi scendere di corsa e risalire per portarne un altro.

È madre chi accoglie senza distinzione di colore, sesso e di religione.
È madre chi porta in salvo.
È madre chi parla ai figli degli altri come fossero suoi.
Chi semina parole di coraggio e sostegno.
Chi, ogni giorno, unisce e tesse fili di riconciliazione.
Chi protegge tutti i cuccioli come se le appartenessero.

È madre chi aiuta le altri madri e le sorregge quando non ce la fanno.
È madre chi sa guardare oltre la disabilità, l’estraneità, il sangue che non le appartiene, chi fornisce seconde e terze possibilità.
Chi rende semplice ciò che è complesso, come l’amore gli uni per gli altri.

Chi dà fiducia e non perde mai la speranza di riuscire laddove risiede l’impossibile.
Chi intraprende viaggi lunghi per amare il figlio di un’altra.
Chi intraprendere viaggi dolorosi per riportare a casa un figlio.
È madre chi lascia la porta aperta anche se non viene oltrepassata da tempo.

Chi tiene una lucina accesa per far ritrovare la strada di casa.
È madre chi, a volte, ha paura.

Chi lascia spazio ad altre madri e non detiene il primato dell’amore.
È madre chi ama i figli delle altre donne, si fa schiena a cui aggrapparsi e confine con cui definirsi.

Sì è madri sempre, anche quando quel figlio non ci piace, si perde o non c’è più.
È madre chi nella propria casa e in luoghi lontani si fa rifugio per ogni figlio del mondo.
È madre non solo chi è madre.
Essere madre è una condizione, uno stato e non ha a che fare solo con la nascita di un figlio, spesso, ha a che fare con la capacità di prendersi cura dei figli di tutti.

È madre chi protegge quel futuro, in ogni dove, in ogni istante, in ogni occasione.
E non può solo riguardare l’amore verso i propri figli.
E non deve.
È madre chi spinge l’umanità.
(Penny, ovvero Cinzia Pennati insegnante dal blog sos donne https://sosdonne.com/)

Zingara mediorientale 1981