Lettera a Edo
Caro papi,
siamo arrivati al
2019 e sono undici anni che anche Gemma se n'è andata.
Il mondo che
sognavi e per il quale hai sperato e lavorato è una chimera sempre
più lontana. Nel decennio iniziato con la tua dipartita, gli
speranzosi anni '90, sembrava vicino e possibile, ora il tuo sogno
sembra allontanarsi come un miraggio man mano che ci addentriamo in
questo terzo millennio.
Si lotta per non
cedere allo sconforto per il clima generale di estrema
superficialità, intolleranza e disumanità nel quale siamo immersi.
A livello
personale non posso lamentarmi ma un esodo biblico è in corso dal
continente dal quale la storia dell'umanità è iniziata. Cinquecento
anni di depredazione cominciano ad avere i loro effetti... in molti
lo chiamano Karma, molto più semplicemente, effetto di cause. Ma per
vedere questo bisogna salire un po' più in alto sul grattacielo
della coscienza, e non tutti, ahimè, lo sanno fare o hanno strumenti
culturali per farlo.
Che sia questo
l'inizio del mescolarsi di razze umane che qualcuno ha previsto per
l'anno 3000?
La nostra Terra è
ammalata ma non muore mica... sta solo cominciando a reagire alle
nostre terribili offese. Per ora ha la febbre... il caldo aumenta.
Le “radici
dell'odio” di cui parlavi, ancora non sono estirpate e anzi,
sembrano invadere nuovi terreni. L'umanità continua ad aumentare di
numero e le ricchezze del pianeta sono sempre di più nelle mani di
pochi. La guerra come tu l'hai conosciuta non esiste più, ha
cambiato completamente forma e nuove forme di oppressione e schiavitù
opprimono i più deboli.
La tua speranza
appare utopia di fronte alla mostruosità di eventi ai quali
assistiamo dalle nostre case da dispositivi sempre più raffinati.
Intanto le nostre
piccole esistenze scorrono come sempre tra le solite mille piccole e
grandi difficoltà. Alcune notizie ci sovrastano e ci si sente
impotenti se non per il pensiero, la preghiera e piccoli gesti di
amore quotidiano.
Come al solito
sono i giovani che potrebbero-dovrebbero agire e re-agire ma il tempo
della “ribellione” pare sia finito per far posto al tempo del
narcisismo.
Alcuni temerari ci
provano e quasi sempre i risultati positivi passano inosservati come
il crescere dell'erba, nel silenzio dei media.
Tu però mi avevi
avvisato. Non era per me il tempo dell'arcobaleno... e forse neanche
per i miei nipoti (se mai li avessi avuti). Con un rapido calcolo la
tua sognata “Età dell'Acquario”, l'età della saggezza oltre la
conoscenza, potrebbe iniziare a manifestarsi tra circa trecento
anni... ma credo si sia già esaurita con la mercificazione di questa
idea già da parecchio tempo.
La gente è
distratta da evolutissime tecnologie che non avresti potuto
immaginare e che ti avrebbero molto affascinato, ma il loro risvolto
negativo è un subdolo supremo inganno, siamo tutti connessi e in
comunicazione virtuale, ma mai così isolati. I cosiddetti “nativi
digitali” si destreggiano abilmente con queste geniali trappole ma
pochi riescono a usarle senza cadere nella dipendenza.
La differenza tra
Deva* e Asura** è come sempre difficile da scorgere
perché i travestimenti e le maschere sono sempre più ingannevoli
quindi anche io proseguo il mio cammino fiduciosa ma guardinga perché
già parecchie voltesono stata ingannata dai lupi mimetizzati da agnelli.
Fortunatamente ci sono ancora angeli di carne in giro per il pianeta.
Sono nel mondo ma non del mondo. Faticano parecchio ma non lo danno a vedere.
Sollevano lo spirito con le loro parole, con semplicità e ironia.
Sono un dono del Cielo.
Ciao papi, alla prossima...
Ciao papi, alla prossima...
*
Il termine deva
("colui" o "ciò" che emana luce), origina dal
sostantivo maschile sanscrito
dív (nominativo
dyaus; "brillare",
"emettere luce", "splendore", "giorno",
"cielo"; dív
nel sanscrito più tardo acquisisce il genere 'femminile') e indica
il dio, la divinità.
**
È nel Śatapatha
Brāhmaṇa (IX, 5,1, 12 e sgg.,
risalente a circa l'VIII secolo a.C.) che in ambito tardo vedico si
trova una prima spiegazione della detronizzazione degli Asura
a vantaggio dei Deva.
Secondo questo testo ambedue le classi degli Dèi furono originati
dallo stesso principio, Prajāpati,
e dotati sia della parola vera che di quella falsa, ma se i Deva
scelsero il "vero", gli Asura
gli preferirono il "falso".
Questo sviluppo verso l'opposizione delle due classi
di divinità (asura e
deva) è comprensibile
alla luce di una caratteristica posseduta dai soli asura
rispetto ai deva: un
particolare potere generato dalla loro misteriosa natura etica (vedi
il ruolo di Varuna
nel Ṛgveda).
Con il tramonto del periodo vedico,
la natura misteriosa degli asura
si trasformò in "potere malefico" facendo decadere gli
asura al rango di
demòni.
Nessun commento:
Posta un commento