lunedì 2 agosto 2021

          RICORDO INDIANO - AGOSTO 1987 

        12° parte - Manali Valley, Kullu Valley, Parvati Valley




Il mattino dopo decidiamo di andare a visitare l'Adhimba Temple, l'attrazione principale di Manali.
Rimango estasiata dall'immagine di questo tempio meraviglioso che non ha il solito aspetto dei templi hindu e nella mia ignoranza rimango convinta che sia buddhista finché non mi spiegano che non lo è. Leggo che fu costruito da un maharaja nel 1553 su una roccia che emerge dal terreno ritenuta una divinità dalle popolazioni animiste che anticamente abitavano la zona. L'atmosfera intorno al tempio è serena, mi sento in pace con tutto e tutti. C'è qualche turista, mi siedo sui gradini, Massimo scatta alcune foto e poco dopo mi ritrovo a conversare con una corpulenta e triste signora americana che cerco invano di consolare. 

Ci consigliano di visitare le valli intorno a Manali, cioè la Manali Valley, la Kullu Valley e la Parvati Valley. Ogni mattina calcoliamo tempi e percorsi, prendiamo un bus diverso e torniamo sempre a Manali la sera.
Sui bellissimi sentieri di montagna ci imbattiamo spesso in donne e uomini che portano sulla schiena pesanti gerle colme di mele salendo lentamente in fila indiana come formiche. L'incontro più bello però è quello con una ragazza che sta lavando vestiti di lana in un incavo della roccia. E' bellissima e insieme a lei c'è quella che forse è sua sorella e porta sul viso segni evidenti di disabilità mentale. Cerco di scambiare due parole ma non comprende l'inglese e ride gioiosa dei miei inutili sforzi.



Leggiamo sulla guida che a Naggar* si trova il Nicholas Roerich Museum** e la International Roerich Memorial Trust. Ci rechiamo là per vedere i suoi magnifici quadri ma troviamo parecchi reperti, statue e oggetti delle sue collezioni, di quadri ce ne sono pochi e non tra i migliori. Vengo poi a sapere che la maggior parte è conservata a New York. Quel poco che so di Roerich mi è stato raccontato da mio padre che aveva pubblicato quattro dei tredici volumi della serie Agni Yoga, scritti, anzi canalizzati, dalla moglie Helena***

Una foto tra i fiori gialli davanti al museo è tutto ciò che rimane della visita.



Il giorno seguente ci svegliamo di buon mattino e prendiamo il bus per esplorare la Manali Valley. Su un sentiero di montagna, in una foresta vicino ad un villaggio, incontriamo due giovani giapponesi in viaggio. Sono molto simpatici e allegri e ci viene naturale condividere il cammino. La compagnia è così piacevole che decidiamo di rimanere insieme anche il pomeriggio. Verso l'ora di cena arriviamo in un paese dove ci indicano un "tempio ecumenico per pellegrini". Ci spiegano che servono pasti caldi in cambio di un'offerta. Purtroppo arriviamo tardi per la cena ma ci rendiamo subito conto di essere in un luogo molto particolare. La moquette per terra è pulita e ci dicono che ci si può anche fermare per la notte, anche senza sacco a pelo. Alle pareti sono appese immagini sacre di ogni tradizione del pianeta. Sono così sorpresa ed entusiasta da questo stupendo simbolo di Pace, che mi viene da piangere. Un grande cuore deve aver pensato ad un luogo simile, chissà se esiste ancora. Ho provato a fare ricerche ma non ricordando affatto il nome del paese è praticamente impossibile.
L'appetito è notevole dopo le camminate in montagna, cerchiamo un posto per mangiare; a questo punto torneremo al tempio a dormire visto che il bus di ritorno è appena partito. Troviamo un posticino sgangherato dove mangiamo del semplice dahl con chiapati.

La conversazione con i giapponesi è interessante ed è condita da tante risate. Quando ci alziamo ci accorgiamo che sono passate le 22, ora di chiusura del tempio... questo sì che è un guaio! Dopo una breve ed infruttuosa ricerca nei paraggi, torniamo al sedicente ristorante e chiediamo se hanno un posto per ospitarci a dormire. "Ma certo!". Attraversiamo un ballatoio pericolante e saliamo una scaletta sgangherata che ci porta al piano superiore; ci viene mostrata una camera con dentro solo due letti di legno senza materasso. Ok, non c'è altro da fare. Siamo stati stupidi. Avremmo potuto dormire al sicuro in un posto magnifico sulla soffice e pulitissima moquette e invece passeremo la notte vestiti su un duro tavolaccio. Chiedo per i servizi e ci accompagnano dietro una casa, in riva ad un torrente. Il padrone di casa ci indica con la mano una persona che sta facendo i suoi bisogni lì dietro senza scomporsi per la nostra presenza. Alzo gli occhi al cielo dandomi dell'idiota e vado a lavarmi i denti alla fontana lì vicino. Facciamo i nostri bisogni liquidi e andiamo subito a dormire stravolti di stanchezza. Prima di spegnere la torcia (ormai è buio pesto e nella stanza non c'è luce elettrica) noto un grosso ragno in alto in un angolo. Lo faccio vedere a Massimo che non ci fa gran caso e decido di fare lo stesso dopo averlo pregato col pensiero di rimanere lassù senza disturbarci. Alle prime luci dell'alba ci alziamo. Il ragno è ancora là nella stessa posizione della sera prima e noi torniamo col primo bus a Manali.




NaggarSituata sulla riva sinistra del fiume Beas ad un'altitudine di 1.800 metri, è un'antica città nel distretto di Kullu dell'Himachal Pradesh. Un tempo era la capitale del regno di Kullu.

** Nikolaj Konstantinovič Rerich (1874 – 1947) è stato un pittore, avvocato e diplomatico russo esponente del simbolismo. Nicholas Roerich Museum, New York - www.roerich.org


** Helena Ivanovna Roerich (1879 – 1955), teosofa e scrittrice 
russa, creò un insegnamento filosofico chiamato Etica Vivente (Agni Yoga); esiste una comunità anche in Italia che si basa sui suoi principi: https://www.comunitadieticavivente.org/. Prese parte ad alcune spedizioni del marito verso regioni scarsamente esplorate dell'Asia centrale. Presidente onorario dell'Istituto di Studi Himalayani “Urusvati”, in India, e co-autore del Trattato Internazionale per la Protezione delle Istituzioni Artistiche e Scientifiche e dei Monumenti Storici (Roerich Pact https://en.wikipedia.org/wiki/Roerich_Pact)



CONTINUA CON LA 13° E ULTIMA PARTE:

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