Lo spirito naturale
Cubi di cemento, asfalto nero sul suolo, cielo attraversato da fili e spazi in cui ciò che è naturale è delimitato, addomesticato, allontanato.
Sicurezza: la grande illusione che ammalia tutti, illusione di essere al riparo da imprevisti, protezione, comodità.
Ciò che un tempo era considerato normale, ora sembra pericoloso e imprudente.
Partire senza avere sotto controllo il territorio con mappe satellitari, senza prenotazioni, senza vedere in anticipo ciò che andremo a visitare, ora impensabile e ritenuto quasi stupido; appena trent'anni anni fa era la norma o quasi.
Ma lo spirito naturale in noi è ancora lì.
Si fa sentire raramente, oppure mai, per la maggior parte del tempo è sopito, dorme come una tigre del bio-parco, altro non può fare.
Rari momenti quelli in cui l'ho avvertito.
Rari momenti in cui la Natura parla allo Spirito e lo sveglia dal suo torpore.
***
2 novembre 1997
Inipi cioè "rinascere ancora". Un rito ancestrale dei nativi Lakota che dura un'intera giornata. Diciotto corpi nudi al buio. Vapore bollente che sale da pietre incandescenti, profumo intenso di erbe. Più vicini alla terra si respira un po' meglio e allora ci si inchina come per ringraziare del refolo di aria più fresca.
Il discendente nativo americano ci conduce in un viaggio tra i mondi minerale, vegetale, animale e umano. E' buio quando usciamo, il senso del tempo è svanito. C'è chi si getta nel torrente. Io mi sdraio sulla terra. Respiro l'aria fredda della sera. Per la prima volta nella mia vita provo un piacere nuovo. Invece di patire il freddo come al solito rimango nuda sdraiata sulla terra fresca di novembre. Non voglio tornare tra le pareti di casa. Voglio il bosco, il profumo della legna nel tepee, dormire per terra e respirarla ancora. Con gli amici mi attardo attorno al fuoco. Al pensiero di rientrare... un nodo stringe la gola. Lo spirito di natura, ancora una volta è domato, si avvia al suo riparo, alla sua... "prigione".
Sardegna costa est 1988
Un mese su questa isola italiana ancora in parte selvatica dove il turismo c'è già ma i locali non lo gradiscono e ci trattano con circospezione. Pochi anni ancora e l'assalto della massa col denaro, in estate diventerà sopportabile...
Sei giorni a Cala Luna. E' vietato campeggiare quindi a la belle etoile sulla spiaggia. I ragazzi dell'unico baretto ci dicono di far sparire le tracce dei sacchi a pelo prima delle otto. Passa la guardia.
In soli due giorni rinasco e sento una gioia di vivere mai provata. Respiro da tutti i pori.
Chi sono diventata? Una selvatica donna a cui basta un bagno con la turca senza doccia, un paio di jeans, una maglietta e una felpa, un frutto al risveglio, un'insalata a pranzo e una pasta la sera. Fine dei bisogni corporei. Per il cuore c'è l'affetto, il calore di uno sguardo, un falò sulla spiaggia al tramonto e due chiacchiere con altri umani.
Avatar 2009
Un film in 3D di tre ore. Esco da cinema stordita col magone. Avrei voluto rimanere sul pianeta Pandora, il pianeta incontaminato dove gli abitanti dalla pelle blu vivono in totale armonia come animali ma hanno mente senziente. Dopo lo stordimento iniziale una riflessione: cosa ha rimosso in me (come in molti altri) questo film, di così forte? Cosa ha evocato? Gli azzurri, longilinei alieni, i Na'vi, hanno una forte, totale, connessione con la natura e con l'entità divina con Eywa, la loro madre terra. Tutto qui. Questo è bastato per provocare una profondissima nostalgia di non vissuto ed ha per questo, decretato l'enorme successo internazionale. Il 3D ha amplificato l'esperienza e tre ore si sono volatilizzate lasciando una scia di meraviglia. L'animale connesso con la sua madre terra ha avuto un sussulto; il sistema nervoso non distingue se l'esperienza avviene nell'immaginazione o nella realtà, si attiva e reagisce. Il cuore batte forte e i neuroni a specchio fanno scendere lacrime di tristezza o di gioia. Poesia intelligente della settima arte.
Sardegna costa ovest 2024
Un campeggio vicino all'hotel. Amiche ritrovate per "caso".
Il mare qui è pericoloso, per fare il bagno ci spostiamo.
Cena profumata al campeggio. Decido di andare a vedere questo mare pericoloso...
Buio. La luce si accende al mio passaggio e poi si spegne. Non è buio come sembrava, c'è la luna piena nel cielo ancora turchese acceso che lentamente diventa blu violaceo. In fondo, sul mare il cielo è rosso scuro e mi arriva all'orecchio un rumore, un fragore lontano. Sulla distesa di sabbia il biancore profumato dei gigli li rende quasi fosforescenti. Lontanissimo brilla il fuoco di un bivacco. Il fragore mi chiama. La forza di quel mare selvaggio mi raggiunge con i suoi sbuffi salati. In un attimo la notte e il tappeto di stelle mi copre il capo come uno chador orientale.
Rotolare nella sabbia fresca e fare l'amore con l'animale sopravvissuto agli schermi, al cemento e all'asfalto.
Sempre
La danza tellurica, dalla terra sale e scatena endorfine in un'esplosione dendritica.
Corpo senza peso si muove seguendo il tempo fatto di note.
Come nell'amore scompare la mente insieme alla maschera di ogni giorno.
La gioia si fa materia danzante... ogni volta.
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