venerdì 10 aprile 2020

La bisnonna Teresa




Mai come in questo periodo ho pensato alla mia bisnonna Teresa.
Di lei so solo che veniva dalla provincia di Vercelli, che di cognome si chiamava Zenone, che sposò Aurelio Silvestri della provincia di Rieti, che partorì mia nonna il 21 giugno del 1907, poi sua sorella Bernardina e suo fratello Guido. 
So che morì di influenza Spagnola tra il 1918 e il 1920, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.

Verso fine febbraio 2020, torno da una breve e gioiosa vacanza a Napoli dove l'emergenza Covid19 era ancora percepita lontana con un solo caso in tutta la regione Campania.  Rientro a Torino dove l'atmosfera è surreale, sento l'aria satura di paura. L'accostamento con l'allegra vitalità partenopea è stridente. 

Il governo tentenna sul da farsi, su quale strategia adottare e propende per la chiusura totale della città. Poche uscite per acquistare cibo, niente assembramenti. Il cimitero monumentale è fortunatamente ancora aperto e riesco ad accedervi ancora per una settimana dopo il primo decreto ministeriale che impone il cosiddetto lock down.

Così all'ora di pranzo, quando il silenzio e la solitudine sono quasi totali percorro le poche centinaia di metri per arrivare al cimitero  e comincio a camminare nel viale centrale. Osservo i fiori variopinti e annuso il profumo di erba. Gli altissimi alberi sempreverdi ospitano uccelli di vario tipo, mi siedo su una panchina ad ascoltare il loro canto, sento addirittura l'inconfondibile e rarissimo picchio! 


Sfilo davanti alle tombe. Le statue di quelle più ricche, assorte nel loro perpetuo cordoglio, sembrano vive nelle loro pose plastiche. Alcune sedute e sconsolate, altre pensose, altre ancora sdraiate, come addormentate.


Il sole splende caldo in questa precoce primavera e la dolcezza dell'aria tiepida mi rilassa.

Mi sento fortunata ad abitare vicino a questo luogo dove è ancora possibile passeggiare. Passa un addetto alla pulizia in bicicletta, unico umano vivente. Ho già una giustificazione pronta: "Sono venuta a trovare mia nonna Giuseppina",  è qui dal 2009. 
Sì, perché erano passati trent'anni anni da quel luglio 1979 e io, presa dal solito turbinio della vita, e soprattutto inconsapevole di questa norma, non ho provveduto a far trasferire i suoi resti in un loculo ed ho poi saputo che è stata portata qui, senza che io lo sapessi, nell'ossario comune.

Non so se la tomba della bisnonna Teresa sia qui; potrei saperlo se avessi le date precise di nascita e morte. Chissà, potrebbe essere anche nel vercellese ma dubito che per una persona non abbiente potesse essere predisposto il trasporto, per di più in un momento così drammatico come quello dell'epidemia e del dopoguerra.

Il cognome, Zenone, è molto diffuso in Val Sesia, a Varallo e Borgosesia, luoghi vicino ai quali, tra l'altro, ho vissuto per otto anni circa. Bella coincidenza...

Continuo a camminare con atteggiamento esteriormente mesto mentre nel cuore sono calma e felice di essere lì a camminare fra tanta bellezza. Anche da bambina mi piaceva venire qui 
a novembre per i Santi proprio con la nonna Giuseppina.
Ripercorro con la mente i racconti d'infanzia: della sua mamma mia nonna mi aveva detto solo che morì quando lei era alla soglia dell'adolescenza. Chissà che rapporto avevano avuto. Il padre era già morto quindi lei fu presa in casa da una zia e lì rimase fino a quando andò sposa a mio nonno dopo aver ballato così tanto charleston e lavorato così tanto in una fabbrica di scatole di cartone che dopo un po' si ammalò. 
"Me ne andavo per Torino come una cavalla sbandata" diceva sempre.

Questo periodo 
è così strano per noi baby-boomers che non abbiamo vissuto alcuna guerra; 
c'è chi dice che sia un periodo paragonabile alla guerra. Nulla di più assurdo. Basta ricordare i tanti documentari storici e racconti sentiti da chi quella lontana guerra e conseguente pandemia, per capire che il paragone è fuori luogo. E per quella dopo lo stesso: le bombe, l'occupazione, gli sfollamenti, i rastrellamenti. Stupidi paragoni.

Della bisnonna Teresa ho solo questa foto ed è forse suo il medaglione che contiene un piccolo dipinto della Madonna. 

Vorrei tanto sapere di più di lei, il suo viso mi ispira un sentimento strano. 
Era una brava donna la mia bisnonna, la sua vita non credo sia stata facile; la immagino preoccupata per i suoi figli quando si ammalò.
Ho osservato altre volte questa foto ma mai come ora la sento così vicina.









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