venerdì 21 giugno 2019


Lettera a Edo







Caro papi,



siamo arrivati al 2019 e sono undici anni che anche Gemma se n'è andata.

Il mondo che sognavi e per il quale hai sperato e lavorato è una chimera sempre più lontana. Nel decennio iniziato con la tua dipartita, gli speranzosi anni '90, sembrava vicino e possibile, ora il tuo sogno sembra allontanarsi come un miraggio man mano che ci addentriamo in questo terzo millennio.

Si lotta per non cedere allo sconforto per il clima generale di estrema superficialità, intolleranza e disumanità nel quale siamo immersi.


A livello personale non posso lamentarmi ma un esodo biblico è in corso dal continente dal quale la storia dell'umanità è iniziata. Cinquecento anni di depredazione cominciano ad avere i loro effetti... in molti lo chiamano Karma, molto più semplicemente, effetto di cause. Ma per vedere questo bisogna salire un po' più in alto sul grattacielo della coscienza, e non tutti, ahimè, lo sanno fare o hanno strumenti culturali per farlo.

Che sia questo l'inizio del mescolarsi di razze umane che qualcuno ha previsto per l'anno 3000?

La nostra Terra è ammalata ma non muore mica... sta solo cominciando a reagire alle nostre terribili offese. Per ora ha la febbre... il caldo aumenta.


Le “radici dell'odio” di cui parlavi, ancora non sono estirpate e anzi, sembrano invadere nuovi terreni. L'umanità continua ad aumentare di numero e le ricchezze del pianeta sono sempre di più nelle mani di pochi. La guerra come tu l'hai conosciuta non esiste più, ha cambiato completamente forma e nuove forme di oppressione e schiavitù opprimono i più deboli.


La tua speranza appare utopia di fronte alla mostruosità di eventi ai quali assistiamo dalle nostre case da dispositivi sempre più raffinati.


Intanto le nostre piccole esistenze scorrono come sempre tra le solite mille piccole e grandi difficoltà. Alcune notizie ci sovrastano e ci si sente impotenti se non per il pensiero, la preghiera e piccoli gesti di amore quotidiano.

Come al solito sono i giovani che potrebbero-dovrebbero agire e re-agire ma il tempo della “ribellione” pare sia finito per far posto al tempo del narcisismo.

Alcuni temerari ci provano e quasi sempre i risultati positivi passano inosservati come il crescere dell'erba, nel silenzio dei media.


Tu però mi avevi avvisato. Non era per me il tempo dell'arcobaleno... e forse neanche per i miei nipoti (se mai li avessi avuti). Con un rapido calcolo la tua sognata “Età dell'Acquario”, l'età della saggezza oltre la conoscenza, potrebbe iniziare a manifestarsi tra circa trecento anni... ma credo si sia già esaurita con la mercificazione di questa idea già da parecchio tempo.

La gente è distratta da evolutissime tecnologie che non avresti potuto immaginare e che ti avrebbero molto affascinato, ma il loro risvolto negativo è un subdolo supremo inganno, siamo tutti connessi e in comunicazione virtuale, ma mai così isolati. I cosiddetti “nativi digitali” si destreggiano abilmente con queste geniali trappole ma pochi riescono a usarle senza cadere nella dipendenza.


La differenza tra Deva* e Asura** è come sempre difficile da scorgere perché i travestimenti e le maschere sono sempre più ingannevoli quindi anche io proseguo il mio cammino fiduciosa ma guardinga perché già parecchie voltesono stata ingannata dai lupi mimetizzati da agnelli.
Fortunatamente ci sono ancora angeli di carne in giro per il pianeta.
Sono nel mondo ma non del mondo. Faticano parecchio ma non lo danno a vedere. 
Sollevano lo spirito con le loro parole, con semplicità e ironia. 
Sono un dono del Cielo.

Ciao papi, alla prossima...





* Il termine deva ("colui" o "ciò" che emana luce), origina dal sostantivo maschile sanscrito dív (nominativo dyaus; "brillare", "emettere luce", "splendore", "giorno", "cielo"; dív nel sanscrito più tardo acquisisce il genere 'femminile') e indica il dio, la divinità.



** È nel Śatapatha Brāhmaṇa (IX, 5,1, 12 e sgg., risalente a circa l'VIII secolo a.C.) che in ambito tardo vedico si trova una prima spiegazione della detronizzazione degli Asura a vantaggio dei Deva. Secondo questo testo ambedue le classi degli Dèi furono originati dallo stesso principio, Prajāpati, e dotati sia della parola vera che di quella falsa, ma se i Deva scelsero il "vero", gli Asura gli preferirono il "falso".
Questo sviluppo verso l'opposizione delle due classi di divinità (asura e deva) è comprensibile alla luce di una caratteristica posseduta dai soli asura rispetto ai deva: un particolare potere generato dalla loro misteriosa natura etica (vedi il ruolo di Varuna nel Ṛgveda). Con il tramonto del periodo vedico, la natura misteriosa degli asura si trasformò in "potere malefico" facendo decadere gli asura al rango di demòni.


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