La parentesi inattesa
Una primavera spettacolare quella del 2020, l'anno della Grande Paura.
Col passare dei giorni, un richiamo irresistibile fuori e dentro di noi ci spinse a cambiare percorso. Attraversare l'incrocio, costeggiare il parco, e ritrovarsi sull'altro fiume, era diventata un'eccitante impresa.
Il fiume scorreva come sempre indifferente ma in quei giorni silenziosi profumava di fresco e di pulito, le sue acque limpide lasciavano vedere bene il fondo e la sua voce si poteva finalmente ascoltare.
Le nostre ore d'aria si facevano sempre più lunghe e clandestine. Il lungofiume con le sue sponde scoscese ed erbose era assolutamente irresistibile e il fogliame sempre più fitto trasmetteva un senso di protezione da sguardi indiscreti.
Il mio albero fa parte di una famigliola di tre e lui, più in basso sulla sponda, si sporge sul fiume come a volerlo toccare. Sotto la sua ombra dolce tante volte mi sono fermata ad ascoltare il fiume che ripete all'infinito la sua cantilena: nulla rimane, tutto passa, tutto passa, tutto passa e va...
La strana sospensione del tempo, le serate finalmente senza il sottofondo dei notiziari. Al loro posto le parole di Alessandro Manzoni! Il suo celebre romanzo letto dalla voce profonda dell'attore che leggeva sul canale culturale nazionale, condiva di meraviglia l'ora di cena. Riscoprire l'estetica del nostro idioma, la profondità di comprensione dell'animo umano, la bellezza dell'arte di uno dei nostri autori più celebri, spesso letto troppo presto per poter essere apprezzato e quindi relegato tra "i classici". E poi la musica. Musica registrata su audiocassette ancora incredibilmente sane dopo quarant'anni, riscoperta tra i miei cimeli statunitensi, sprizzava energia e ricordi di quello che mi è sempre parso l'anno più bello della mia vita. Ogni brano una storia di quell'anno lentissimo, infinito. Musica classica e musica per danzare in 45mtq come in una pista da ballo, come quella volta a Pasquetta, per la gioia di rivedere i vicini di ballatoio dopo un mese e mezzo. Mangiare insieme all'aperto nel sole di aprile è stata una vera grazia dal Cielo...
Ci siamo salvati sulla nostra zattera d'amore. Ci siamo stretti più forte nella tempesta riparandoci con la nostra intimità ritrovata, confermata dal tempo, aggrappandoci all'ironia, ai sorrisi e agli abbracci, al canto dei merli, alle piccole cose buone di sempre, alle parole eterne dei Maestri e dei saggi. Ci siamo riparati con loro dall'inarrestabile marea di parole che ogni giorno tracimava dalla rete. Dalla strada arrivavano le urla delle ambulanze e ogni volta lo sforzo per rimanere in equilibrio e non farsi trascinare dalla Grande Paura.
"Che questo almeno possa servire e tramutarsi in Bene"... ma ho capito, col senno di poi, che non era Causa ma Effetto. Alcuni lo chiamano Karma, effetto di infinite cause, infiniti affronti alla nostra Madre Terra e al nostro Padre Spirito.
Sussurra il fiume,
galleggia il fiore verso il mare.
Io con lui.