martedì 19 marzo 2013

Thich Nhat Hanh 


 
La vita è l’arte di portare felicità a noi stessi e agli altri.
Thich Nhat Hahn


Thich Nhat Hanh, il Gandhi del Vietnam, ci propone un buddismo laico, fortemente impegnato nel sociale, dove l’obiettivo è l’illuminazione collettiva. Solo così si potrà un giorno arrivare alla pace.

Se qualcuno mi chiede: “Chi è il tuo maestro?” Io rispondo che non ho un maestro se non il dio che è dentro di me. Può sembrare presuntuoso ma in realtà non faccio che seguire le parole del maestro Buddha. Così pensa anche Thich Nhat Hahn, detto Thay, che vive e lavora in Francia, nella comunità buddista da lui fondata, il Plum Village, il ‘villaggio dei pruni’, a cento kilometri da Bordeaux.
Il suo è un buddhismo per laici, che esce dai monasteri per venire incontro alla gente che soffre. Ai tempi della terribile guerra in Vietnam con incredibile coraggio continuò, con i suoi operatori sociali, a dare aiuto alla popolazione non allineandosi con nessuno dei due partiti che combattevano, i comunisti o gli anticomunisti filo-americani.

Ne avevo sentito parlare, ma reduce da scottanti delusioni sul piano spirituale, non avevo voluto approfondire. Un suo libro mi ha fatto capire, qualche anno dopo, quale incredibile apertura e libertà egli proponesse; il libro in questione é "Perché un futuro sia possibile - Il sutra per i discepoli laici del Buddha" (Ubaldini Editore), titolo molto interessante in tempi come questi.

La consapevolezza dell’interdipendenza di tutte le cose e di tutti gli esseri è il perno dell’etica buddista e l’anima dell’insegnamento che Thich Nhat Hanh presenta al mondo contemporaneo.
Se vogliamo la pace dobbiamo costruirla prima dentro di noi e questo può solo avvenire responsabilizzandoci e rispettando alcuni impegni che ci aiutano a rimuovere alcune delle cause più frequenti della nostra e altrui sofferenza.

La meditazione Vipassana praticata con Thich Nhat Hanh è più dolce e facilitata da visualizzazioni guidate e integrata dalla ‘meditazione camminata’; la meta dell’illuminazione, cioè del ‘risveglio’ del Buddha che è dentro di noi, non è fine a sé stessa ma un mezzo per diventare un ‘Bhodisattva’, un essere che aiuta gli altri a fare lo stesso e così facendo riduce il carico di sofferenza del pianeta. Egli ci invita a non abbandonare la religione delle nostre radici, perché alla base di tutte le tradizioni ci sono gli stessi fondamentali insegnamenti. Mirabili sono alcuni dei suoi commenti e paralleli con la tradizione cristiana.

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