sabato 30 luglio 2016

Fatima

 





2 luglio 2015, spiaggia del Nano Verde, Bosco della Sterpaia, Riotorto (LI) 

Cara Fatima,

la tua figura carica di vestiti da vendere sulla testa e sulle spalle è un quadro che si è impresso nella mia mente. Te ne sei andata con passo lento e dignitoso dopo avermi detto sorridendo: "Sei brava tu".

Quello che ho provato è difficile da descrivere... commozione per la bellezza che incarni, ammirazione per la dignità innata, vergogna per il nostro mondo occidentale che è diventato opulento depredando il vostro continente, la vostra terra.

Sei bella Fatima, e non sai di esserlo.
Con i tuoi 40 anni e 'la pancia stanca' per i cinque figli, un marito lontano, inesistente.
Sei bellissima e ho provato vergogna quando al nostro tira e molla sul prezzo del vestito per 18...15...12...15 euro ci hai detto: "Che differenza fa? Aiutami, no?"

Grande saggezza. Sei la seconda perla di oggi.

L'indifferenza

di Concino





Voi vi dimenticate di essere un'unica cosa come umanità, respirate la stessa aria, il pensiero collettivo è identico, inquinato da tutto ciò che viene pensato dalla pluralità delle vostre menti, assaggiate la stessa medesima atmosfera. 

I più di voi si adeguano, tanti riescono ad essere completamente indifferenti a tutto ciò che accade perché hanno già inaridito la loro natura; sembrano favoriti dalle cose, in realtà la loro è già una condizione di "malattia animica, spirituale" usiamo pure questa espressione.
Non è desiderabile la loro spensieratezza quando quella deriva dall'aridità di pensiero e di conoscenza.

Essere riflessivi e intuitivi è faticoso e fastidioso perché purtroppo l'aria oggi conosce il dolore, la sofferenza, ma è il modo più sano di essere, di reagire.
Ignorare i sintomi significa inevitabilmente assistere al decadimento senza poter reagire, e invece avere conoscenza di questi sintomi, vuol dire poter capire, poter reagire e non venire travolti alle più temibili correnti.

mercoledì 27 luglio 2016

Libertà nel rapporto di coppia

di Concino





Libertà non significa l'assenza di rapporto, sentimento, relazione, ma raggiungimento di relazioni e rapporti che si vivono in una vera e propria comunione di spirito e anche di passione. Non significa dimenticare l'intensità dei sensi ma viverli in sintonia, in sinergia, esplorare anche il piacere in sintonia con l'altro, evolvere insieme, sapere di essere un'unica cosa senza perdere la vostra individualità.

Libertà allora diviene una più profonda conoscenza di ciò che siete e purtroppo sì, per quanto riguarda la quotidiànità e la realtà di rapporti e relazioni, anche la certezza di essere comunque dall'altro separati, perchè questa è la vita che si traduce nel tempo che percorrete.

La separazione dall'altro, la certezza di poter essere insieme facendo tesoro di quelle profonde affinità, e nello stesso tempo lontani e diversi senza sentire più il bisogno dell'altro come se fosse la soluzione ad ogni incertezza, insicurezza o paura, ma sapere di voler essere presente per l'altro perchè l'altro ha bisogno di voi.

Una dimensione diversa, più autentica e profonda che non è, e non sarà mai, la negazione di passoni, sentimenti ed emozioni ma il loro rivelarsi a voi più pieno, come se insieme alle emozoni vi fosse anche il senso di tutto ciò che state condividendo, la certezza di capirvi.  

venerdì 1 luglio 2016



Il mio omaggio per te, Elda, perchè tutti ti possano leggere

Elda Barrel era una grande amica di mio padre Edoardo, che ricordo diceva di lei: "E' una brava ragazza".
Nella seconda edizione (privata, riveduta e corretta) del mio libro sono stati aggiunti due brani e uno dei due era suo. Quando nel 2010 le chiesi di scrivere un pezzo mi disse che era troppo occupata, nel 2015 quando seppe che stavo per pubblicare la seconda edizione, mi disse che si era pentita di non aver scritto niente e se era ancora in tempo...
Il suo brano è stato l'ultimo aggiunto di corsa dal mio amico impaginatore. 

Lo riporto qui come ho intenzione di riportare tutto ciò che non c'è nella prima edizione pubblicata in edizione privata, in poche copie (e che quindi molti non hanno), prima che esca la terza e poi la quarta, un work in progress per ricordare oppure far conoscere alcuni dei "sognatori-seminatori-di-idee" che nell'Italia di quel tempo che è già storia, hanno lavorato per un futuro più 'umano' che ancora oggi cerchiamo faticosamente di realizzare.






Il mio ricordo di Edoardo Bresci
di Elda Barrel


Ho conosciuto Edo Bresci nei primi anni '70, non ricordo di preciso in quale occasione, certamente in corso Palestro ad una conferenza della Società Teosofica oppure ad una delle serate informali del giovedì di cui lui era l'animatore. 

Io ero appena allora approdata alla Teosofia e il mio entusiasmo era grande.

Sta di fatto che da subito mi lasciai volentieri coinvolgere nelle attività "minori" del suo lavoro, per esempio ricordo serate passate ad incollare etichette di indirizzi con i nomi degli abbonati alla rivista L'Età dell'Acquario scritti a macchina con la mitica Olivetti Lettera 22, sulle buste con la collaborazione di mio padre che, già in pensione, anche se mal volentieri, a volte mi dava una mano.
E ricordo bene la casa di via Vespucci, quella dell'esordio della casa editrice, e di Isabella bambina!


Edo mi aveva ispirato da subito un senso di fiducia quasi filiale. Ricordo che spesso mi parlava del suo grande amico, il professor Del Boca, col quale era in grande confidenza e che chiamava semplicemente Bernardino. Se avevo qualche problema mi esortava a chiedere consiglio a lui, cosa che altrimenti io non avrei mai osato fare!

Ricordo gli equipaggi che si formavano da Torino per andare ad ascoltare le conferenze del professore ad Alice Castello, a Novara, a Borgomanero e infine al Villaggio Verde.
Ricordo anche con orgogliola fiducia che mi aveva accordato chiedendomi un paio di volte di fare delle traduzioni, fiducia che purtroppo risultò mal riposta poichè non riuscii a portarle a termine in tempo utile se non con l'aiuto di altri... comunque la buona volontà e l'appassionato impegno ce li avevo messi tutti e quel che più conta, quei Quaderni furono pubblicati!

Pur nel suo aspetto tranquillo e a volte quasi dimesso, Edo aveva una verve e un senso dell'umorismo veramente eccezionali. Ricordo ancora bene quel breve viaggio a Firenze per il Primo Congresso Mondiale della Nuova Era, malgrado i mezzi di informazione ufficiali non vi desserro molto rilievo, non si poteva non partecipare a una simile Utopia!


Facemmo insieme solo il viaggio di andata: io, lui e un altro ragazzo del gruppo di Torino.
Noi ci fermammo solo un giorno o due in quell'ambiente stimolante e cosmopolita mentre Edo si fermò più a lungo e più proficuamente e ne tornò entusiasta.
Arrivammo a Firenze in treno e ricordo, come in un flash, la faccia stupita del barista e di qualche avventore quando, con tono molto naturale, Edo ordinò un caffè e... "un panino al cadavere" !!!
In quegli anni nei bar delle stazioni, e non solo in quelli, i panni disponibili erano solo al prosciutto o al salame; tempi ancora duri per i vegetariani in trasferta!

Grazie Edo per quello che hai realizzato a favore di tutti noi.
E grazie anche a te Isabella, per averci rivelato quel che ancora non conoscevamo di lui.