martedì 7 giugno 2016

Il mestiere di meccanico in Costa d'Avorio


Riporto con piacere la storia di un ragazzo che ho avuto modo di conoscere al CPIA2 (scuola di italiano per adulti, sprattutto immigrati) dove da settembre sono tirocinante in orario preserale.
Seydou è un ragazzo in gamba, gli auguro tutto il bene possibile perchè se lo merita.
Riporto qui un articolo della rivistina del centro di housing sociale Sharing Torino.


                                             






Tratto dalla versione cartacea del n. 0 di Ad alta vocewww.sharing.to.it/site/763-2/ 

Quando è stato il momento di decidere gli argomenti di cui parlare su questa pubblicazione, Seydou non ha avuto dubbi: "voglio parlare di lavoro". 
Non intendeva un lavoro a caso ma il suo lavoro, quello che ha esercitato in Costa d'Avorio prima di partire con l'Italia.
Seydou ha 26 anni e quando parla del mestiere di meccanico i suoi occhi si illuminano di orgoglio. Il racconto di Seydou, ha sicuramente a che fare con la passione, con la fatica del'apprendimento, con la tenacia e la volontà di migliorare.

"Ho sempre amato fare il meccanico. In Costa D'Avorio le scuole sono le scuole sono private per cui non ho avuto la possibilità di frequentare per imparare il mestiere. Quello che so l'ho appreso sul campo. Ho cominciato a lavoare all'età di 11 anni presso l'officina di quello che è diventato il mio padrone. Il lavoro è organizzato in squadre e si apprende dai ragazzi più grandi. Ho lavorato per oltre 15 anni e pian piano sono diventato esperto, nell'ultimo periodo ero ero io che insegnavo ad un gruppo di 7-8 bambini appena arrivati".

L'esperienza di Seydou ci apre gli occhi sul fatto che uno stesso mestiere, da una parte all'altra del mondo, può assumere connotati molto differenti, soprattutto per quanto riguarda le condizioni e la percezione della sicurezza: 

"Si lavora dalla mattina alla sera sotto il sole cocente. Quello del meccanico è un lavoro molto pericoloso. Si maneggiano i motori senza protezione, si trattano oggetti pesanti che possono caderti addosso. Spesso capita di farsi male e il padrone è costretto a mandarti a casa fino a quando non sei guarito"

Dietro il fisico esile di Seydou si intuisce una gran forza. E non soltanto la forza di volontà che serve per resistere ad un lavoro faticoso e rischioso. E' soprattutto la forza di volontà che lo ha spinto a fare del suo meglio anche quando in cambio sembrava davvero non esserci un granchè. Saydou tiene infatti a precisare che nei suoi 15 anni di lavoro non ha mai percepito un compenso. Ce lo spiega con una naturalezza disarmante:

"Il padrone non paga nessuno. Si lavora per imparare. La più grande soddisfazione è quando un cliente è contento del lavoro che hai fatto. Ma non sia mai che il padrone ti veda che prendi una mancia o che il cliente ti commissioni un lavoro fuori dalla sua officina! Tutto ciò è assolutamente vietato e se succede il padrone ti fa stare a casa per settimane intere. A me è capitato una volta di riparare una moto, il cliente era talmente contento che mi ha mandato altri 5 clienti. Quando il padrone si è accorto si è arrabbiato tanto da considerarmi un 'nemico'. Ho potuto sopportare tutto  questo solo perchè amo il mio lavoro"

Sembra difficile comprendere cosa spinga una persona a svegliarsi ogni mattina per andare a lavorare ma, anche su questo, Seydou ha idee molto chiare: 

"Si lavora per apprendere un mestiere. Se il padrone ti lascia a casa non hai modo di esercitarti. Quando conosci un mestiere nessuno te lo può togliere dalla mente, questo è quello che guadagni".

Mentre parla del suo lavoro, muove le mani come se tutto il significato stesse lì: nell'abilità di 'saper fare' qualcosa. Poi ci spiega che la fortuna può rendere le cose migliori anche perchè spesso non c'è altra scelta:

"Alcuni padroni sono più bravi di altri, possono aiutare te e la tua famiglia nei momenti di difficoltà. Altri sono egoisti: non ti danno nulla e tengono tutto per sè. Il fatto di passare da un padrone al'altro non è visto bene. Il nuovo padrone può pensare che tu ti sia comportato male dall'altra parte e quindi sceglie di non prenderti"

A dispetto di tutto, Seydou nel suo Paese ci sarebbe rimasto:

"Non me ne sarei andato per le condizioni di lavoro. Sono scappato dal mio paese perchè la crisi della Costa d'Avorio esplosa nel 2010 e il 2011 ha provocato una devastazione totale. Tutto quello che c'era è stato saccheggiato e raso al suole. Non c'era più nessuna opportunità. Il mio sogno era quello di aprire un'officina mia. Ero molto bravo e i clienti erano soddisfatti dei miei lavori quindi avrei potuto sfruttare questa buona reputazione."

Il futuro che gli riserverà il nostro Paese è ancora incerto

"Mi piacerebbe tantissimo poter trovare lavoro come meccanico qui in Italia. Immagino che le condizioni siano molto migliori, che ci sia più sicurezza."

In Italia in genere quando si fa un lavoro si viene anche pagati. Sorride

"Questo sarebbe perfetto!"

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