lunedì 22 febbraio 2016

Un sogno senza paragoni





A fine gennaio 2003 ero convalescente da una bruttissima influenza, stavo già molto meglio anche se un po' debole. Il giorno prima di tornare al lavoro mi svegliai da un sogno vivido come la realtà, così vero e reale che quando aprii gli occhi non riconoscevo ciò che avevo intorno e rimasi più di un minuto ad osservare gli oggetti che avevo intorno cercando di identificarli e dar loro un nome.
Poi un rumore attrasse la mia attenzione, era la mia amica Cinzia che aveva dormito da me e si stava preparando in bagno.
Istintivamente gridai "Cinzia!" e questo mi fece tornare immediatamente in me.

Leggendo uno dei tanti libri sulle esperienze di pre-morte*, anche chiamate NDE cioè Near death Experience mi è tornato prepotentemente alla memoria questo sogno fuori dall'ordinario perchè vi ho riscontrato alcune similitudini in certe descrizioni del mondo ultraterreno che precede l'indescrivibile contatto col Tutto. Ciò mi fa pensare che ciò che ho sperimentato non fosse un semplice 'sogno' ma un vero e proprio viaggio astrale:

Ero insieme a tante belle persone allegre e colorate, come se stessimo tutti partecipando ad una marcia per la pace, ma senza alcun obiettivo da raggiungere. Eravamo tutti su di un grande prato aspettando di 'attraversare' una porta non ben definita, un passaggio invisibile che però tutti sapevamo essere lì davanti. Tutti attendevano di entrare ma la gente era tanta e allora qualcuno lanciò l'idea di prendersi per mano ed entrare in fila indiana per fare più in fretta; e così abbiamo fatto allegramente commentando che era come tornare bambini...

Appena passati al di là ci siamo trovati su un altro prato in cima ad un promontorio immenso, al tramonto. Si vedeva il mare in lontananza di una bellezza indescrivibile. Il cielo infinito era arancio e oro e una luce intensissima ma che non abbagliava pervadeva lo spazio.
Siamo rimasti tutti a bocca aperta, ammutoliti da tanta bellezza e quando non rimaneva che una piccolissima porzione di sole, prima di scomparire dietro la linea dell'orizzonte, ecco che tre raggi di luce partirono verso di noi arrivando a me e ad altre due persone.
Forse altri raggi arrivarono per altri, ma io ero ormai in uno stato di estasi e per un po' non ho più avuto coscienza di ciò che mi accedeva attorno.
So solo che ad un certo punto mi resi conto di essere stata sollevata in alto e così cominciai a 'nuotare' nell'aria... forse ero morta...

La sensazione di gioia era immensa e 'pensavo' costantemente senza pensare (infatti non era un vero e proprio pensiero, piuttosto uno stato dell'essere corrispondente) a questa domanda:
"Ma come ho potuto dimenticare tutto questo, come ho potuto???"
Avevo la sensazione di essere 'a casa', assolutamente al sicuro nell'immensità dell'universo e degli universi che ancora non percepivo.
Ero così felice che ho cominciato a fare quelle che potrei descrivere come 'capriole', assaporando la sensazione di libertà incredibile. Danzai così ancora un po' poi decisi di rincorrere il sole oltre l'orizzonte. Vedevo il mare scorrere sotto di me a velocità folle, respiravo la luce del sole e mi sentivo allo stesso tempo una cosa sola con ciò che vedevo e allo stesso tempo separata e tutto questo era semplicemente paradsiaco... Ricordo di aver 'pensato': "nessuna gioia è più grande di questa".

Riuscii ad accennare a Cinzia il sogno pazzesco dal quale mi ero appena risvegliata ma non parlai molto perchè ero come attonita. 
In mattinata cominciò a nevicare; grossi fiocchi di neve cadevano lentamente dal cielo grigio.
I pochi rumori erano attutiti dalla neve e io passai quasi tutto il giorno in uno stato estatico di meraviglia guardando il cielo e i fiocchi che cadevano. Mi sentivo estremamente grata e fortunata di aver 'vissuto' un'esperienza così preziosa e quella sensazione di benessere rimase con me ancora qualche giorno. 

* Milioni di farfalle, Eben Alexander, Mondadori 2015
 






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