lunedì 18 febbraio 2013

 


Dedicato a Wolfi....


"Non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con tanta arte da far loro gettare ombra e luce: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i sentimenti  e i miei pensieri con i gesti e la pantomima: non sono un ballerino. Ma posso farlo con i suoni: sono un musicista".


http://www.youtube.com/watch?v=2HbMzu1aQW8




"La morte, amica sincera e carissima dell'uomo (...) la sua immagine non solo non ha per me nulla di terrificante ma mi appare addirittura tranquillizzante e consolante! E ringrazio il mio Dio di avermi concesso la fortuna di procurarmi l'occasione (...) di riconoscere in essa la chiave della nostra felicità" 

K626, Requiem, Lacrimosa:
http://www.youtube.com/watch?v=k1-TrAvp_xs



"Voglio render felice mia moglie, non servirmi di  lei per fare fortuna. (...) I nobili non possono mai sposarsi secondo i propri desideri e per amore, ma sono sempre costretti a farlo per interesse o per una serie di altre considerazioni (...). Ma noi, povera gente comune, non solo dobbiamo scegliere una moglie che amiamo e che ci ama, ma possiamo e vogliamo sceglierla così perchè non siamo né aristocratici né di alto lignaggio, né nobili né ricchi bensì di bassa estrazione, umili e poveri e dunque non abbiamo bisogno di una moglie ricca. La nostra ricchezza muore con noi, poichè l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno può sottrarcela a meno che non ci tagliamo la testa e allora... non ci occorre più nulla". 


http://www.youtube.com/watch?v=Qb_jQBgzU-I

venerdì 15 febbraio 2013

Da Romeo e Giulietta (atto secondo, scena terza)

 Da Romeo e Giulietta (atto secondo, scena terza)


Frate Lorenzo:



Grande e potente è la virtù nascosta nelle erbe, nelle piante, nelle pietre, nelle loro intrinseche qualità!


Nulla infatti di quel che vive sulla terra, nulla è così povero che alla terra non dia un qualche bene speciale, nulla vi è di così buono che distolto dall'uso naturale non si ribelli alla sua vera natura, cadendo nell'abuso.


La virtù stessa si fa vizio se male applicata, e qualche volta l'azione rende degno il vizio. Nella tenera corteccia di un fiore ha sede spesso un veleno e una forza medicamentosa. Infatti se viene odorato ti inebria, se viene ingerito, ferma il cuore e tutti i sensi.


Così due sovrani nemici si accampano nell'uomo come nell'erbe: la grazia e la sfrenata volontà, e quando la forza maggiore predomina, rapido il verme della morte divora la pianta.


La casetta del ciliegio


Scrissi questo racconto nel 2008 dopo esser passata per anni per quella strada per Castellazzo, vicino a Novara, che fiancheggia la risaia. Ora il ciliegio non c'è più...

 


C’era una volta un campo di grano, un contadino antico lo coltivava col sudore della fronte. Si riposava nella casetta porta attrezzi dalla calura del mezzogiorno mangiando il suo semplice pasto e sorseggiando vino rosso dalla bisaccia.
Un giorno era molto stanco e si addormentò.
Sognò che dalla sua terra sarebbe nato un sogno per genti future…

Il tempo passava lento, le stagioni si alternavano, l’odore della terra era tanto forte.
Un mare di spighe ondeggiava nel vento.
In estate le cicale cantavano e le grida fanciulle dei giochi all’aperto vibravano nell’aria dalle cascine lontane.

Il tempo passava e venne la guerra.
Carri armati e scarponi lasciarono tracce profonde sul campo infangato.
La casetta diventò rifugio di soldati in quel tempo senza luce.

Il tempo passava e la guerra finì.
La gente cambiava e il campo di grano diventò campo di riso.
In primavera la terra si tinse di cielo e poi di verde brillante.
Arrivarono le rane a cantare i loro amori nelle sere d’estate.

Il tempo passava e da lontano arrivarono le donne. 
Cantavano fatica, nostalgia e speranza e la terra calpestata dai loro piedi nudi, raccoglieva il canto e il sudore di quelle donne.

Il tempo passava e la gente cambiava.
Il contadino padrone morì benestante e contento.
Suo figlio vendette la terra con il campo, e la casetta ebbe un nuovo padrone.
Le macchine sostituirono le donne e la terra paziente beveva veleno per dare più frutti.

Il tempo passava e la neve cadeva. Il peso era tanto e il tetto crollò.
In estate due ragazzi innamorati entrarono nel rudere per amarsi.
Le ciliegie mai così buone e il cielo mai così vicino per loro…
Nuvole bianche, piccole e rade si gonfiarono di risa di gioia per dissetare altra terra.

Il tempo passava e un seme di ciliegia germogliò.
Passò qualche anno al riparo nella casetta, protetto da uccelli e intemperie finché poté finalmente affacciarsi oltre le mura scrostate.

Il tempo passava e il cemento aumentava. 
Il nastro d’asfalto nero come lutto, correva vicino alla risaia e le auto sfrecciavano incuranti. Umani indaffarati rincorrevano il tempo per trasformarlo in denaro.

Il tempo passava e una ragazza cominciò ad amare la casetta col ciliegio. L’amava in ogni stagione, e ogni volta che la vedeva scorrere dal finestrino dell’auto in corsa l’amava di più. Diventò per lei rifugio dell’anima, simbolo di un mondo antico e perduto, del sogno silente di una terra paziente che dona bellezza e vita nonostante gli oltraggi. 


Il tempo passava e la donna sognava rispetto e speranza per la sfera celeste che la ospitava. Una mattina, seduta di fronte a una pagina di vetro, scrisse il suo sogno.
La storia della casa del ciliegio navigò lontano trasportata da impulsi al silicio e fece il giro del mondo.


… Ma…
Il tempo passava e il contadino sognava.
Poi il suo cane abbaiò, si svegliò e riprese il lavoro nel campo di grano.
Le spighe ondeggiavano, le cicale cantavano, i bambini giocavano e il tempo, lento, passava…

giovedì 14 febbraio 2013

 

Bolle Mentali

 

 

Stamattina mentre andavo al lavoro sul mio solito bus, pensavo alle 'bolle'...
Ho come l'impressione che ognuno di noi viva mentalmente chiuso in una 'bolla'. 
Si passa da una bolla all'altra, ma ci sono persone che vivono quasi tutta la vita nella stessa bolla.
Per bolla mentale intendo un'idea preponderante sulla quale si è concentrati e sulla quale si impegna tutta l'energia psichica. Per alcuni è il lavoro, per altri un'idea politica o religiosa, per altri ancora la preoccupazione per la famiglia e i figli, un sentimento, una passione, insomma qualcosa che ci tiene legati lì, a quella particolare sfera della vita. 

Raramente si ha la capacità di astrarsi, anche solo per poco, dal dominio che questa 'bolla' ha sulla nostra mente. Forse è a questo a cui si riferiscono alcune tecniche di meditazione che tendono a farci concentrare sull'essere e basta, sul fatto di essere qui ed ora. Io non pratico alcun tipo di meditazione perché in genere è statica e preferisco la meditazione 'camminata' insegnata dal maestro monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, una delle figure più rappresentative del buddhismo nel mondo, vedi: http://www.esserepace.org/thay.html  

E' logico che la mente si  concentri su quello che più le interessa o la assilla. Le 'bolle' sono assolutamente legittime e naturali, anzi, necessarie; il problema è quando sono così fagocitanti che non riusciamo più a disidentificarci da loro e a prendere una vacanza per 'vedere', 'sentire', 'notare' gli altri, la natura, le cose che accadono intorno a noi. Forse era questo che sia il Maestro Gesù che il Maestro Buddha intendevano per 'rimanere svegli', 'non dormire', 'svegliarsi', 'risvegliarsi'...

Personalmente passo da una bolla all'altra, a seconda dei periodi, ma da una decina d'anni ho imparato a mettere il naso fuori dalla mia bolla ogni tanto e a sforzarmi di vedere la realtà con gli occhi di un altra persona per capirla meglio, oppure a considerare le vicende umane, sia le storie personali che nella Storia dell'umanità, come pezzetti di un enorme puzzle più grande che ha senso solo se guardato da una certa distanza. Questa pratica ovviamente implica una serenità di fondo che non si può avere nel bel mezzo di una crisi esistenziale o di qualunque altro tipo ma abituandoci a farlo spesso, può aiutare proprio nei momenti più difficili per relativizzare le situazioni e non farci prendere dalla disperazione oppure a stemperare la rabbia e magari proprio così si possono trovare soluzioni che sembravano impensabili.

Oggi è San Valentino... e a pensarci bene, anche l'innamoramento è una bolla, la più stupenda bolla di tutte!